“La sfera economica non è né eticamente neutrale né di sua natura disumana e antisociale. ...per questo c’è bisogno anche di un’organizzazione quale presupposto per un servizio comunitario ordinato, organizzazione articolata pure mediante espressioni istituzionali.»
Benedetto XVI
«In questo momento di crisi non possiamo preoccuparci soltanto di noi stessi, chiuderci nella solitudine, nello scoraggiamento, nel senso di impotenza di fronte ai problemi. Noi dobbiamo andare all’incontro e dobbiamo creare con la nostra fede una “cultura dell’incontro”, una cultura dell’amicizia, una cultura dove troviamo fratelli, dove possiamo parlare anche con quelli che non la pensano come noi»
Papa Francesco
L’attività posta in essere dall’Associazione Diocesana delle Opere Assistenziali e sviluppatasi, in particolare, nell’ultimo decennio, ha come scopo quello di offrire alle organizzazioni a movente ideale operanti sul territorio della medesima Diocesi un network in cui costruire, trovare e allenare relazioni virtuose. In ADOA si trovano e si offrono sinergie, costruendo processi capaci di stimolare un confronto ed una collaborazione concreta, professionale ed etica, volta al bene comune.
La missione di ADOA nasce dalla necessità di generare tra le Opere del medesimo territorio processi che consentano di recuperare e valorizzare un ruolo testimoniale – credibile, visibile e duraturo – partendo dal facilitare la comprensione, la previsione e la soluzione di criticità gestionali attraverso l’ascolto, il confronto e la condivisione continuativa di buone prassi. L’obiettivo di fondo sta nel contribuire a dare sostenibilità alle Opere che si occupano di assistenza e cura, supporto nella vulnerabilità, formazione, educazione, prossimità al bisognoso e a chi vive situazioni o fasi di marginalità, aiutando a valorizzare e mantenere l’eticità nei loro processi organizzativi e decisionali.
ADOA, quindi, ha come missione principale quella di offrire occasioni di valorizzazione delle organizzazioni che si prendono cura dell’Altro, partendo dalla costruzione di relazioni attraverso il coordinamento e l’offerta di opportunità per azioni di rete nella prossimità.
Passare da soluzioni isolate e agite nell’urgenza ad un metodo predittivo, basato sulla forza di un network ove periodicamente si compiono fasi di ascolto, analisi dei bisogni e delle possibili soluzioni, coinvolgimento delle organizzazioni più prossime, sia dal punto di vista della tipologia delle attività che della territorialità, consente di impostare soluzioni predittive volte alla mitigazione dei rischi, attraverso un allenamento continuo alla conoscenza reciproca, alla cultura condivisa, alla formazione di qualità e alla condivisione di una vasta gamma di professionalità ed esperienze dalle quali attingere per trovare soluzioni adeguate, rapide ed economiche.
Essa svolge anche una funzione di accompagnamento e sensibilizzazione affinché il volontariato sia sempre una risorsa delle nostre opere, custodito e valorizzato, anche cercando soluzioni tecniche che consentano allo stesso di essere supportato, tutelato, ben organizzato e rassicurato nella possibilità di esprimere sempre la propria missione di aiuto ed esempio per la società e le nuove generazioni. Nel contempo, nel pieno rispetto dei rispettivi ruoli, ADOA offre occasioni di approfondimento e confronto mirato alle Amministrazioni Pubbliche ed in particolare agli Enti Locali che vogliano adempiere con efficacia, efficienza, intelligenza sociale e attenzione alla persona vulnerabile e alla famiglia, il ruolo attribuito loro dal principio di sussidiarietà7 contenuto nell’art. 118 della Costituzione, così come sviluppatosi fin dalle sue origini, rinvenibili nell’Enciclica Rerum Novarum.
Tutto ciò è possibile in un contesto di rete vivace e stimolante sia dal punto di vista culturale che della qualità delle relazioni, nella quale si riesca a coinvolgere un territorio dimensionalmente limitato e giuridicamente uniforme come quello diocesano che può offrire continue opportunità di cura delle relazioni tra le organizzazioni. Tali organizzazioni, acquisita (o ri-acquisita) consapevolezza del loro ruolo di testimonianza nella società, superino egoismi e campanilismi per partecipare ad azioni concrete, credibili e durature per il bene comune e la crescita, anche manageriale e culturale, dell’ecosistema sociale, culturale e relazionale nel quale vivono e operano.