Alla luce delle sfide che il momento attuale presenta, la prima preoccupazione espressa dai responsabili di ADOA è il mantenimento delle condizioni di sostenibilità integrale dei propri associati. Le continue e rapide evoluzioni dell’attuale momento storico comportano inevitabilmente, per ogni singolo ente, l’esigenza di reinterpretare la connessione tra la mission e la gestione.
La partecipazione ad un network etico come ADOA può quindi rappresentare un aiuto concreto. Esso facilita processi virtuosi come la condivisione di best practices, la collaborazione in alcune attività sperimentali, la coprogettazione di nuovi servizi e la capacità di aumentare la consapevolezza interna e l’efficacia esterna in termini culturali, di significatività sociale e di mercato.
La struttura operativa di ADOA è molto leggera e fonda la propria operatività sulle risorse messe a disposizione volontariamente dagli Enti, in un rapporto di reciproca solidarietà ed attenzione; è orientata innanzitutto all’ascolto reciproco per garantire a tutti la possibilità di manifestare esigenze e contribuire al confronto interno con idee innovative e soluzioni operative. Vi sono, infatti, all’interno dell’organizzazione associativa, diverse aree tematiche corrispondenti alle attività svolte: diversa abilità e psichiatria, anziani, opere di carità e impatti sociali. Ognuna di queste aree ha un responsabile che organizza momenti di condivisione ed ascolto, coordina lo scambio di informazioni e buone pratiche e raccoglie i contributi di ciascuno. Per garantire una prossimità anche di natura geografica ed eliminare ogni possibile ostacolo alla partecipazione, il territorio di riferimento di ADOA Verona, sovrapponibile a quello della Diocesi di Verona, è poi suddiviso in zone e per ciascuna di esse vi è un referente che svolge il ruolo di “garante dell’ascolto” anche trasversalmente, cioè tra Enti vicini appartenenti a diverse aree di ADOA. Questa struttura di tipo decentrato, sia a livello tematico che geografico, permette una presenza capillare e una buona capacità di recepimento degli stimoli e delle criticità.
Gli input provenienti da questa connessione diffusa vengono poi trattati e approfonditi da gruppi di condivisione e lavoro creati appositamente per offrire supporti concreti: i tavoli tecnici. Essi sono quattro e si concentrano sui temi più critici del settore:
•Autorizzazioni, accreditamenti, certificazione e gestione dei rischi aziendali (qualità, sicurezza, privacy)
• Sinergie gestionali, acquisti condivisi e fundraising
• Cultura, formazione, ricerca e comunicazione
• Sviluppo sinergie tra enti ecclesiastici, istituti religiosi ed enti del terzo settore.
La struttura leggera, flessibile e ramificata sul territorio garantisce, inoltre, un supporto diffuso nella gestione delle relazioni più complesse, rispetto alle quali esistono gap rilevanti tra singoli enti e stakeholder esterni. Ad esempio, alcuni rapporti con i fornitori vengono gestiti a livello centrale, attraverso forme di acquisto condiviso che garantiscono alle organizzazioni condizioni migliorative di prezzo ed elevata qualità dei fattori produttivi. Grazie all’aumento del potere contrattuale ed all’impiego centralizzato di competenze specifiche, infatti, si riescono a generare economie di scala, a costruire relazioni stabili e ad operare scelte più ponderate.
Infine, il funzionamento del network è fondato sullo scambio gratuito – ed in rapporto di piena reciprocità relazionale – di risorse e professionalità, nella forma della banca del tempo e delle competenze tra gli Enti che vi partecipano. Secondo tale meccanismo, ogni Ente offre supporto agli altri enti nelle aree in cui ha sviluppato competenze interne e la mediazione avviene su base relazionale e non contrattuale, senza, dunque, la necessità di esborso monetario da parte di alcuno degli associati se non per una quota associativa che, dal 2013, va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 500 euro annuali, proporzionato in base al fatturato del singolo Ente. Su progetti specifici, poi, ogni singolo Ente decide come ed in che modo coinvolgersi, anche sulla base dello specifico interesse e potenziale ritorno, sia in termini economici che di impatto reputazionale o sociale, dovuto alla partecipazione a quella determinata iniziativa.