Saranno suddivisi in 12 stanze disposte su due piani. Il restauro è costato più di 1.200.000 euro, tutti finanziati dalla Regione
Salendo verso il cielo, una ventina di palloncini rossi e blu, i colori della frazione Cogollo di Tregnago, hanno raccontato il realizzarsi di un sogno. Lo stabile inaugurato il 21 aprile 1930 dal benefattore Fermo Sisto Zerbato che vi aveva voluto insediare un asilo intitolato alla principessa Maria di Piemonte e poi un laboratorio tessile per le ragazze del paese, era in abbandono dal 1998 perché non più a norma.
Solo la cura e la preoccupazione di Adriano Pomari, del consiglio di amministrazione dell’Opera Pia Santa Teresa, proprietaria dello stabile, il quale regolarmente dopo ogni temporale andava a svuotare i secchi che si riempivano sul pavimento del secondo piano, ha permesso di salvare l’edificio da un degrado che avrebbe richiesto ben più del milione e 200mila euro che lo ha trasformato in comunità alloggio «Accoglienza Zerbato» sul progetto elaborato dall’architetto Piero Rodighero.
Domenica è stato inaugurato e da subito comincerà il trasferimento di persone con disturbi psichiatrici, inserite in un progetto pilota, dell’Ulss 20. Sui due piani più alti ci sono dodici stanze da due posti letto ciascuna e ognuna con proprio bagno e doccia. In totale 24 posti, a cui si aggiunge un’area polivalente al piano terra. Il taglio del nastro, affidato al parroco don Germano Merzi assistito dal vicario della Val d’Illasi monsignor Luigi Magrinelli era stato preceduto dalla benedizione, dal canto dei bambini, un’antica melodia che le scolaresche intonavano quando Zerbato veniva in visita all’asilo e dai discorsi delle autorità presenti.
Il sindaco Renato Ridolfi ha ringraziato il consigliere regionale Stefano Valdegamberi per il contributo concesso quando ancora era assessore regionale al sociale e il sindaco Flavio Tosi, presidente della conferenza dei sindaci che ha appoggiato il progetto e si è attivato con l’Ulss 20 perché venisse inserito nel piano di zona.
Il direttore dei Servizi sociali dell’Ulss 20 Silvio Frazzingaro, psichiatra di formazione, si è detto felice della partecipazione di gran parte della popolazione della frazione «perché l’obiettivo del progetto è quello di ospitare pazienti che hanno bisogno di evitare l’isolamento inserendosi in un tessuto sociale accogliente».
Il neoeletto consigliere regionale Stefano Valdegamberi ha citato le sollecitazioni di Adriano Pomari per non lasciar andare in abbandono l’edificio e si è detto felice di «averle raccolte e contribuito a creare con i 24 posti letto e la cinquantina di posti di lavoro degli operatori, la prima industria del paese».
«Tre cose devo dire», ha elencato il presidente dell’Opera Pia Luca Tomezzoli prima di consegnare ai responsabili della cooperativa Farsi Prossimo, che gestirà la struttura, una chiave simbolica in ferro battuto realizzata dallo stesso Pomari, «un grazie a tutti quanti hanno lavorato per questo progetto, da Valdegamberi, ai tecnici regionali, all’Ulss e alla conferenza dei sindaci; il vero motore di tutto è il volontariato del paese, che fonde competenze diverse e ci consente di arrivare dove le istituzioni spesso non arrivano; non siamo un carrozzone inutile e costoso perché metà della cifra sarà resa con il nostro lavoro e nel frattempo daremo benessere a persone che soffrono. Avremmo gestito in maniera privata, invece abbiamo voluto che ci fosse evidenza pubblica in tutti gli atti e gli affidamenti di lavori fatti».
E ha concluso prima della festa con tanto di buffet: «Qui sono state coinvolte aziende della zona e abbiamo chiesto che a parità di titoli siano assunti operatori che vivono in Val d’Illasi, operando la massima valorizzazione delle risorse».
Vittorio Zambaldo
L’Arena 9.06.2015